Come dimagrire con la idrocolonterapia?
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Idrocolonterapia Milano per dimagrire: quanti kg si perdono, funzione del microbioma per dimagrire secondo Gut Pathogens. Spazio SoloSalute® centro specializzato idrocolon Milano.
A Milano, per dimagrire ti puoi affidare alla idrocolonterapia. Sembra incredibili, ma il microbioma per dimagrire è essenziale. E la idrocolonterapia ripristina la sua funzione, lo dimostra uno studio pubblicato su Gut Pathogens. Quanti chili posso perdere con un trattamento di idrocolon a Milano? Affidati agli specialisti di Spazio SoloSalute®, abbiamo oltre 30 anni di esperienza nella idrocolonterapia a Milano.
Si può usare l’idrocolonterapia per dimagrire?
L’idrocolonterapia è un ottima terapia per favorire il dimagrimento.
Il dimagrimento è l'argomento più seguito nel web, le offerte sono tantissime e tutte basate sul controllo dell’alimentazione ma, purtroppo, non tutte le persone riescono ad avere la costanza necessaria. A volte si viene distratti dagli imprevisti della vita e non si riesce a seguire tutti i passaggi di una dieta e si resta frustrati e non si riesce a dimagrire.
Per dimagrire non basta curare l’alimentazione, è necessario anche fare movimento con costanza, quasi tutti i giorni, ma in questo caso spesso ci sono degli ostacoli come gli impegni di lavoro o familiari che impediscono di camminare o andare in palestra come si vorrebbe.
Poi diverse donne non amano andare in palestra ed essere osservate e giudicate per le loro forme troppo abbondanti dovute ai chili in eccesso e per non avere un corpo tonico e snello e allora rinunciano ad allenarsi e fare movimento.
Quindi è necessario usare un metodo che possa essere praticato da tutti in modo facile, quando si ha il tempo per farlo e che non esponga agli occhi e al giudizio degli altri, questo metodo che sta alla base di un sano dimagrimento naturale, anche senza una dieta ferrea si chiama idrocolonterapia.
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Come funziona la idrocolonterapia?
L’idrocolonterapia si effettua con l’acqua semplice. Si tratta di un lavaggio del colon, l’ultima parte dell’intestino, per liberarlo dai residui che col tempo possono accumularsi nelle sue pieghe, infiammando la mucosa intestinale e alterando il Microbiota intestinale, che contiene i batteri e i virus che degradano il suo contenuto e ne permettono l’assorbimento.
Il lavaggio intestinale fa parte di quelle pratiche di salute conosciute da sempre nella storia dell civiltà. Al tempo degli egizi, Greci e poi dei Romani, si riempivano o delle zucche o altri recipienti di acqua e poi con una cannula si introduceva nell’intestino l’acqua, spesso arricchita di essenze floreali o composti erboristici.
In un papiro del 1552 a.c., Papiro di Ebers, ricco di notizie sulle pratiche mediche egiziane, lo indicavano come una rivelazione degli dei. Infatti era simboleggiato dalla cicogna nera Ibis, che introduceva il suo becco nell’ano insufflando acqua salata per curarsi. Esiste una lettura che indica che il geroglifico parli del Faraone Thot nell’atto di praticare il clistere. Comunque sia vengono indicati ben 20 tipologie di clisteri diversi per altrettanti problemi intestinali.
Questo dimostra l’importanza che veniva attribuita alla salute dell’intestino per garantire quella dell’intero organismo.
Ne parla Erodoto, un saggio storico greco, informandoci che i greci lo praticavano almeno una volta al mese, per 3 giorni di seguito, come pratica di protezione della salute. In 2 libri antichi, attribuiti a Ippocrate 4° e 5° a.c., il primo medico a cui dobbiamo il giuramento dei medici moderni, il clistere viene indicato da praticare per liberarsi da umori ammorbanti. Un medico del VIII secolo, Palo D’Egina, bizantino, ultimo erede della medicina greco-romana, che la collega a quella medioevale, che nel suo trattato di medicina lo consiglia con decisione.
Nel XVII secolo, alla corte del re Luigi XIII era di uso corrente, il suo medico Bouvard, scrive nelle memorie che il re lo praticò 212 volte in un anno. Nel diario della salute del re Luigi XIV, ne sono segnati tantissimi. Una delle ispiratrici del filosofo Voltaire, Ninon de Lenclos, dichiara nelle memorie che 3 o 4 clisteri al giorno con acqua infusa con fiori d’arancio, rosa e bergamotto, mantenevano la pelle fresca e bianca.
SI legge che le tipologie del clistere erano diverse, purgava, antidolorifico, anti infiammazione, astringente, carminativo ecc...I clisteri erano considerati una via d’accesso all’intero organismo, come potrebbe essere oggi la siringa con la quale superiamo la barriera cutanea. Venivano usate infusioni di foglie, erbe, fiori, bucce, frutti, erbe di vario tipo. Nel 1600 Francesco Redi, medico e poeta in lingua italiana, che viveva e operava nel Granducato di Toscana, lo indicava come operazione primaria insieme a una alimentazione parca. Scriveva nelle sue prescrizioni che andavano praticati almeno un giorno sì e uno no, e che clisteri “non erano mai troppi.”. Viene citato nel malato immaginario di Molière dove Argante scaccia il farmacista che sta per praticarglielo.
Il clistere, in ogni modo, è giunto fino ai nostri tempi, sia nella versione originale, oggi al posto di sacche realizzate con zucche vuote usiamo sacche di plastica, che in quella tecnologica, realizzato con l’uso di una macchina che gradua la forza dell’acqua e permette di farlo comodamente da sdraiati, anche se non siamo il Re Sole.
L’Idrocolonterapia, con l’uso di un macchinario specifico, ha migliorato di molto gli effetti del semplice clistere. Permette che la pressione interna dell’intestino non blocchi l’entrata dell’acqua espellendola di forza, l’acqua raggiunge rapidamente tutta la lunghezza del colon e svolge la sua azione di scioglimento dei residui in modo profondo e accurato. Con il corpo rilassato e senza tensioni.
Nella stessa seduta può essere ripetuto diverse volte, adattandosi alle esigenze specifiche della persona che lo riceve. Significa concentrare in una solo trattamento anche 10 clisteri singoli. L’acqua in questo modo ha il tempo di “scrostare” i residui che col tempo si attaccano nella mucosa intestinale, oppure si nascondono nelle numerose “pliche intestinali”, o pieghe, a volte formando dei sassolini o dei fecalomi che rallentano e formano ristagni molto pericolosi per la salute dell’intestino stesso, oltre che per la salute del corpo.
Quindi è vero che la idrocolonterapia fa dimagrire?
Qui ci interessa l’idrocolonterapia collegata al dimagrimento che coinvolge tante persone. Infatti viene anche usato il termine Globesity, per affermare che l’obesità è come un’epidemia che coinvolge ormai tutti i paesi, sia quelli considerati ricchi che quelli poveri. Ovunque nel mondo si è alla ricerca di soluzioni all’aumento di peso, mentre cresce la consapevolezza che la correlazione tra grasso in eccesso e patologie. In Italia, nonostante siamo il paese della Dieta Mediterranea, c’è la percentuale più alta di bambini in sovrappeso e obesi. Con l’avanzare della tecnologia e della globalizzazione, lo stile di vita è cambiato radicalmente e con lui le abitudini alimentari andate visibilmente fuori controllo della famiglia e quindi del sapere tramandato.
I bambini e ragazzini in pre adolescenza scelgono il loro cibo e il momento di consumarlo in base a stimoli pubblicitari e mode del gruppo sociale di cui fanno parte, fuori dal controllo della famiglia. Da qui l’eccesso di zuccheri raffinati, grassi saturi, conservanti e coloranti, sempre di produzione industriale.
La conseguenza più importante è lo squilibrio del Microbiota intestinale umano.
Quali sono le funzioni del microbiota per dimagrire?
Il Microbiota umano nel linguaggio quotidiano viene chiamato “flora intestinale”, intendendo l’insieme degli organismi, comunemente chiamati “fermenti intestinali”, che abitano al suo interno aggrappati alle mucose delle pareti.
Nella realtà della Fisiologia Biologica la realtà e molto più complessa e ne abbiamo parlato in modo specifico in questo articolo (sotto, il titolo dell’articolo linkato)
In sintesi il Microbiota è un insieme di microorganismi simbionti (che vivono in una stretta relazione tra loro) che vivono all’interno del nostro organismo senza danneggiarlo. Il Microbiota non si limita ad occupare l’intestino, è presente nella bocca, gola, nella pelle e in altre diverse località del corpo. Per questo si tende a usare la definizione Microbiota umano, perché non abita solo nell’intestino.
Il Microbiota umano offre un ottimo esempio di mutualismo: diverse tipologie di organismi lavorano insieme, cooperando, per averne un vantaggio personale, permettendolo anche agli altri con cui coabita.
All’interno di un essere umano coabitano fino a 10.000.000 di specie diverse di microorganismi, per la maggior parte batteri, il resto sono miceti (funghi) e virus che con la lunga marcia dell’uomo fino ad ora si sono acclimatati con noi. I batteri sono per lo più anaerobi, vivono in assenza di ossigeno o lo tollerano. Il batterio nell’uomo forse più conosciuto è l’Escherichia Coli, il cui squilibrio provoca dolori, diarrea, debolezza e altri disturbi invalidanti. Il Microbiota si forma in modo massiccio nei primi giorni di vita e vive molto a lungo, a parte malattie specifiche. Ogni persona possiede il suo Microbiota specifico, anche se delle ricerche italiane dell’INRA (Institut national de la recherche agronomique, Francia) e dell’Università di Bologna, hanno trovato delle specie condivise da tutti gli umani che potrebbe costituire il nucleo filogenetico del Microbiota intestinale umano. Un altra notizia che genera di solito stupore e che il numenro di tutti i geni del Microbiota è superiore di 100 volte a quello del genoma umano. (L’insieme aploide dei cromosomi contenuti in una cellula, formato da DNA).
Il Microbiota arriva a pesare anche qualche kilo e qualcuno scherza dicendo che noi umani sembriamo gli ospiti e che la sala di comando del nostro corpo è occupata da questi batteri e virus.
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Quali sono gli effetti del microbiota sulla salute e gli alimenti?
Infatti in diversi studi si è riscontrato che alcuni specifici desideri di cibo, sono decisi dal Microbiota umano stimolando i centri della fame e della sazietà. Per comprendere come avviene bisogna sapere quanto segue.
Nell’intestino vivono moltissimi batteri, tra questi sono stati identificati i Firmicutes (dal latino firmus-forte- e cute-pelle), chiamati così in quanto sono rivestiti da un polimero composto da zuccheri che conferisce alla loro pelle una certa durezza. Si tratta di batteri gram-positivi che insieme ai Bacteroides popolano il nostro colon in forma stabile. Fino ad ora sembrava che potessero essere coinvolti in episodi di infiammazione endogena; da recenti studi sembra che siano coinvolti nel processo di assimilazione del Glucosio e dunque interessati nello sviluppo dell’obesità confermando il coinvolgimento del Microbiota e dunque la possibilità di intervenire su di lui per curarla.
Microbiota e dimagrimento: i Firmicutes
I Firmicutes sono stati catalogati in 270 generi tra cui:
Bacillus, Listeria, Lactobacillus, Enterococcus, Lactococcus, Staphylococcus, Streptococcus, Peptococcus, Pediococcus, Clostridia, Eubacterium, Heliospirillum.
Tra questi nomi la maggior parte delle persone ne riconosce alcuni o per averne sentito parlare o averne sperimentato gli effetti, come lo Staphylococcus in grado di provocare infezioni suppurative che possono colpire la pelle, le ossa, l’apparato respiratorio, quello urinario e il sistema nervoso centrale. Viene considerato così pericoloso da meritare lo studio di un vaccino ed è stato sequenziato il suo genoma nel 2001
Perché i Firmicutes sono collegati all’obesità?
Si è studiato l’effetto delle carestie nel tempo, notando che delle persone riuscivano a superarla e altre no, soccombevano. Si è ipotizzato che i sopravvissuti dovevano possedere grandi quantità di Firmicutes nei loro intestini. Infatti questi batteri possiedono la capacità di estrarre il massimo del nutrimento, e quindi dell’energia, dai cibi che contengono grassi. In un certo modo si pensa che riescano a stimolare il desiderio di cibi grassi e ricchi di zuccheri, caratteristica dell’alimentazione creata dall’industria alimentare, di cui hanno bisogno per riprodursi e, anche loro, sopravvivere.
Si capisce cosa succede nel nostro intestino? Siamo inconsciamente spinti da questi batteri Firmicutes a cercare del cibo grasso e pieno di calorie per fare scorta per carestie possibili di cui molti di noi conservano memoria nelle cellule e da cui hanno ereditato dai loro avi gli alti numeri di Firmicutes molto attivi nel NON sprecare nulla. Ecco cosa può accadere quando si addenta una gustosa merendina alla crema, si attivano i Firmicutes che conservano tutto nei pannicoli adiposi.
Microbiota e dimagrimento: i Bacteroides
Bacteroides o Batteroidi
Ecco altri batteri collegati ai possibili problemi di obesità di cui soffre quasi la metà della popolazione italiana. Questi, come i Firmicutes sono dei batteri gram-positivi, hanno invece una polarità negativa, cioè gram-negativi e anaerobi. Sono mobili o non mobili, sono composti a metà di base azotata citosina-guanina, e anche loro possiedono una parte cellulare dove prevale il peptidoglicano, o mureina, che la rafforza in modo particolare nella struttura e contiene la pressione osmotica del citoplasma e mette la cellula del batterio nella condizione di differenziarsi come gram-negativo.
Queste specie di batteri Bacteroides costituiscono la parte più numerosa del Microbiota intestinale dei mammiferi, a buona ragione, e sono mutualistiche, scambiandosi benefici dall'azione comune.
Il loro lavoro è quello di modificare le molecole più complesse che introduciamo nel sistema gastro intestinale. Utilizzano un po’ tutto, dagli zuccheri semplici, se disponibili, ai glicani, che in definitiva sono le loro fonti di energia più importanti.
Microbiota e dimagrimento: i Glicani
Cosa sono i Glicani?
I Glicani sono zuccheri presenti sulla superficie delle cellule. La scienza ha iniziato a studiarli appena 26 anni fa e hanno generato 6 premi Nobel e si studiano dei farmaci, come i vaccini, basati su concetti nuovi del tutto diversi dall’idea che in genere si ha dei vaccini.
I Glicani intervengono nei processi dell’invecchiamento, nella genesi o guarigione dei tumori, nella lotta al diabete, le malattie circolatorie e vascolari, nella cosmesi e antiaging, cioè l’eliminazione di radicali liberi.
La Glicobiologia
Di fatto si è formata una nuova “scienza”, la Glicobiologia, a metà strada tra la Microbiologia e la Biologia molecolare.nella quale si sono riversati molti ricercatori anche di fama mondiale, attratti dalle enormi possibilità che si sono aperte con i primi studi. Il Ministero della Salute americano ha stanziato diverse decine di milioni di dollari all’anno per far progredire gli studi erogati alla Johns Hopkins University, il Roswell Park Cancer o l’Università di San Diego in California.
I Glicani sono presenti sulla superficie della membrana di tutte le cellule e svolgono un impressionante numero di funzioni. Regolano il fattore di crescita, intervengono nella conservazione dell’energia, nell’attivazione degli enzimi, nella comunicazione sia tra le cellule che all’interno della cellula stessa. Lo studio odierno dei Glicani corrisponde a quanto successo negli anni 50 in poi nella genetica.
Gli studi più importanti hanno dimostrato che i carboidrati complessi, i Glicani, sono presenti sulla superficie delle cellule, come le proteine, ma sono meno variabili, si possono riconoscere meglio per essere studiati. Rivestono un ruolo decisivo nel sistema immunitario, in quanto permettono alle cellule di riconoscere i nemici senza perdite di tempo e in modo preciso e quindi di produrre gli anticorpi necessari. Un vaccino per la malaria è stato possibile avendo trovato un glicano sul un protozoo, plasmodium falciparum, parassita unicellulare, una delle specie di Plasmodium che causano nell'uomo la malaria.
Un’altra applicazione della conoscenza dei Glicani, oltre le malattie infettive, è il campo oncologico, potendo mettere a punto esami che prevedono i tumori con largo anticipo, esaminando i glicani presenti sulla superficie delle cellule possibili tumorali.
Microbiota e dimagrimento: l'Acido Butirrico
L'importanza dell'Acido Butirrico
La quantità di Bacteroides deve sempre essere abbastanza congrua, garantiscono la degradazione di tutte le sostanze nutrienti che introduciamo. Allo stesso tempo mantengono basso il rischio di una infiammazione intestinale e di quelle sistemiche.
Abbiamo un’altra funzione positiva per la salute dell’intero organismo. Attraverso la fermentazione delle fibre naturali alimentari e carboidratii Bacteroides stimolano la produzione dell’Acido Butirrico.
L’Acido Butirrico è studiato a fondo per le sue proprietà benefiche sull’intera salute del corpo e per l’importanza che riveste nel contrastare l’insorgenza di malattie oncologiche.
Collabora con il sistema immunitario per la capacità che sembra possedere nella inattivazione di determinate proteine che lanciano gli stati infiammatori nell’organismo. Regola l’attività dei Linfociti T. Si tratta di leucociti che nascono nel Timo (da cui T9), si crede anche nelle tonsille, hanno il compito di distruggere le infezioni causate da microrganismi intracellulari, come le cellule stesse, e di attivare i Macrofagi e Linfociti B. Risiedono principalmente nei linfonodi dove ricevono l’antigene, portato da intermediari. Eliminano cellule tumorali, infiammate, e altri organismi per noi morbosi.
Non funzionando a dovere possono arrivare ad attaccare le cellule del Pancreas (che produce l’insulina e l’abbattimento degli zuccheri...ci è utile saperlo…) o la Tiroide. Aver scoperto questo collegamento ha aperto la strada per poter usare questa sostanza in malattie infiammatorie autoimmuni come il morbo di Crohn o il diabete di tipo 1. Supplementi di Butirrato hanno migliorato i sintomi nel morbo di Crohn.
Eccoci a noi. Acido Butirrico e Perdita di Peso
Per chi desidera dimagrire in modo naturale, senza forzature, l’Acido Butirrico diventa sempre di più un alleato preziosissimo. L’Acido Butirrico è composto da acidi grassi a catena corta che le ricerche scientifiche hanno dimostrato avere effetti positivi sul metabolismo, abbassando l’insulino resistenza che spesso è alla base dell’obesità. Inoltre equilibra la produzione e il consumo dell’energia.
Acido Butirrico e Intestino
L’Acido Butirrico stimola gli ormoni dell’intestino e aumenta la sintesi della Leptina. Si tratta di un ormone proteico con un basso peso molecolare che regola la quantità del cibo ingerito, la spesa calorica, l’appetito e il metabolismo. La Leptina viene prodotta dal tessuto adiposo, codificata dal gene Ob(Lep)
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Come deve essere il microbiota per dimagrire?
Batteroidi o Bacteroidetes: meglio averne tanti
Avere tanti Batteroidi ci consente di modulare l’infiammazione intestinale e quella sistemica. Sono principalmente i Batteroidi a produrre acido butirrico a partire dalle fibre alimentari. L’acido butirrico non solo serve da nutrimento per le cellule del colon (colonociti), ma riduce anche la produzione di citochine pro-infiammatorie interferendo con alcuni meccanismi intracellulari. Se vogliamo arricchire la nostra flora batterica intestinale di Batteroidi dobbiamo dare la prevalenza al consumo di frutta e verdura.