I single e la sindrome della seconda verginità: come la quarantena ha influenzato la nostra vita sessuale

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I single e la sindrome della seconda verginità: come la quarantena ha influenzato la nostra vita sessuale

Dopo mesi di astinenza e con i rischi che il sesso occasionale comporta in tempi di pandemia, riavvicinarsi alla sessualità può ricordare le sensazioni e le paure della prima volta. Segui gli articoli con studi scientifici sull'argomento di Spazio SoloSalute®, il tuo centro benessere in centro a Milano per consulenze Naturopatia, Nutrizione, massaggi, bellezza naturale, prodotti naturali.

Questi mesi di astinenza a causa della quarantena hanno fatto rivivere, soprattutto ai single, una seconda verginità, con tutte le sensazioni e le paure della prima volta, ma c’è la possibilità di vivere un cambiamento.

La sessualità del post-quarantena

Se durante il lockdown, tra i single (non tutti), il sesso era  off limits e le serate si trascorrevano a parlare d’amore, ora dopo la quarantena, si rivivono le stesse inquietudini della prima volta; ritornano discorsi e domande come: “Lo hai fatto?”, “Da quanto tempo non lo fai?”, “Ti stai organizzando per farlo?”, “Io l’ho fatto ieri con uno di Tinder, ora mi sento meglio”.

E’ un po' come se i due mesi di chiusura avessero azzerato le esperienze e la storia sessuale precedente. L’importante è saperlo riconoscere. Ne abbiamo parlato con Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e dell' International Psychoanalytical Association.

Dottoressa Lucattini, è corretto parlare per i single che tornano a fare sesso dopo la quarantena di una "seconda verginità"?

La dottoressa risponde che la verginità si perde nella fase adolescenziale quando la crescita fisica ed ormonale che porta all’attivazione di impulsi, desideri e curiosità che portano al bisogno di crescere e differenziarsi dai genitori. In quel periodo sono tante le motivazioni che spingono a crearsi un gruppo di amici con cui uscire e fare nuove esperienze ma anche ricercare un partner con cui sperimentare la sessualità

Per quanto riguarda la generazione che ha affrontato la quarantena forzata, il bisogno di vivere la sessualità, aldilà di una comprensibile necessità fisica, deriva anche da una spinta di angoscia, paura o depressione: tutti vogliono dimenticare il virus, i morti, il "pericolo" e tornare a vivere pienamente il prima possibile, programmando subito le vacanze e aprendo la mente alle fantasticherie e all’immaginario.

Quali sono i suoi consigli per riavvicinarsi al sesso dopo i mesi di inattività e di chiusura a causa della pandemia?

“In piena fase epidemica è molto rischioso conoscere persone su Tinder per incontri "al buio", senza protezioni: va bene invece una vecchia fiamma”.

Al contrario le persone tendono ad alimentare tragressioni, sfide e comportamenti autolesivi per sentirsi vivi, ma soprattutto perchè l'angoscia e la depressione se troppo intense o improvvise, non sono sopportabili e la mente "ribalta" l'umore portando ebbrezza e ipomaniacalità.

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Proprio come nella fase adolescenziale?

Secondo la Lucattini l’adolescenza è caratterizzata da una spinta positiva e la ricerca del piacere è vista come una scoperta, un divertimento. Nel post-lockdown, invece, i giovani adulti vivono una sorta di fantasia adolescenziale, ma sono condizionati dalle regole stringenti di questo momento e perciò invece di percorrere una strada normale preferisco vivere il brivido del rischio, sfidando il Covid, attraverso le relazioni occasionali.

Quindi non è semplicemente voglia di provare piacere

il sesso fa sentire vivi, dà benessere, dà la sensazione di riprendere contatto con un corpo sano: quando ci si ammala tra le prime cose che saltano c’è proprio la vita sessuale, per questo ora desideriamo "provare" il nostro corpo, per vedere se funziona ancora e capire se siamo cambiati.

E cosa potrebbe essere cambiato?

“Tutti stiamo vivendo una fase di ansia post-traumatica. La voglia di fare sesso in questo momento può essere una sana risposta a questo stato malinconico e di tensione. Demonizzare la vita sessuale è sbagliato, è necessario però fare attenzione a non contrarre malattie e a non trasformare il sesso e la sua ricerca nell'unico desiderio. Tutto ciò che monopolizza la mente e condiziona la vita quotidiana è sempre espressione di qualcos'altro che non si riesce a contattare emotivamente”.

Tornare a fare sesso dopo mesi di astinenza per alcuni può anche essere una chance per recuperare errori del passato e cambiare rotta nella propria vita emotiva?

È un momento ideale per scoprire o recuperare il piacere che può esserci anche nell'attesa: riscoprire il corteggiamento, frequentarsi per diversi giorni e conoscersi un po', invece di finire immediatamente a letto. In questo modo ci diamo la possibilità di sperimentare e costruire rapporti più intimi che non devono necessariamente sfociare in un fidanzamento ma che comunque lascino un bel ricordo, belle emozioni che possono essere sempre recuperate in futuro.

Cambiano però anche le modalità di fare sesso.

Questa esperienza ci insegna a prendere nuove abitudini, anche dal punto di vista dell’approccio sessuale, infatti avevamo perso la cognizione del pericolo delle malattie sessualmente trasmissibili. La mononucleosi per esempio negli ultimi anni è diventata epidemica anche in Italia, quindi il Covid-19 ha permesso di rendersi conto che è opportuno essere prudenti. Sarebbe bello che questa esperienza diventasse un punto di partenza per prendersi sempre maggior cura di se stessi.

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