Il popolarissimo CBD, o cannabis legale light, ha effetti collaterali?
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Il CBD è una sostanza chimica naturale derivata dalla pianta della cannabis ed appartiene alla famiglia di composti conosciuti come cannabinoidi, ovvero sostanze presenti sia nella cannabis (fitocannabinoidi) sia nell’organismo umano (endocannabinoidi).
Particolarmente interessante è la sua azione come antiossidante, antinfiammatorio, neuroprotettivo e anticonvulsivo. Come antiossidante neuroprotettivo, il CBD è molto più potente di vitamina C e E. Si è rilevato come elevati dosaggi di questo cannabinoide abbiano un effetto terapeutico in diverse affezioni psichiatriche, come schizofrenia e demenza, ma anche nel trattamento di diabete e nausea.
La cannabis, in generale, è una rinomata medicina naturale e sicura, associata a zero casi di morte. Dal punto di vista della tossicità, la ricerca l’ha inserita fra le sostanze meno pericolose, se comparata ad alcool e nicotina. I rischi conosciuti legati al consumo di cannabis rientrano nell’ambito delle malattie mentali, inoltre il CBD non è psicoattivo, anzi sono state dimostrate le sue proprietà antipsicotiche
EFFETTI COLLATERALI DEL CBD
Un articolo pubblicato nel 2017. sulla rivista Cannabis and Cannabinoid Research documenta la sicurezza e gli effetti collaterali del CBD. Gli effetti collaterali del CBD più conosciuti riguardano stanchezza, diarrea e variazioni di peso e appetito. Gli autori dell’articolo affermano che in generale il CBD ha un profilo migliore se comparato ai farmaci comunemente utilizzati nel trattamento delle patologie sopraindicate.
Un altro studio, comparso sulla rivista Current Drug Safety, dimostra che il CBD non ha reazioni avverse sui parametri fisiologici, inclusi battito cardiaco, pressione sanguigna, temperatura corporea, funzioni psicologiche e psicomotorie, transito gastrointestinale e alimentazione.
La maggior parte degli effetti collaterali legati al consumo di CBD sono: alterazione della vitalità cellulare, riduzione della fertilità e inibizione del metabolismo dei farmaci da parte del fegato; tuttavia si tratta di test in vitro e non testati sugli uomini.
È necessario condurre ulteriori studi sull’essere umano per verificare se questi effetti ricadano anche su di noi.
La maggior parte delle ricerche sull’uomo sono condotte attraverso somministrazione orale o inalazione, mentre sugli animali si parla di somministrazione orale o iniezione. Questi fattori possono portare ad una differente concentrazione di CBD nel flusso sanguigno.
METABOLISMO DEI FARMACI A LIVELLO EPATICO
Uno degli effetti collaterali del CBD influisce sulla capacità del fegato di metabolizzare i farmaci come quelli della famiglia del citocromo P450. Circa il 60% di tutte le sostanze medicinali sono metabolizzate dall’enzima CYP3A4.
Questo enzima è responsabile anche della metabolizzazione del CBD, quindi a seconda del farmaco, la scomposizione del CBD, può essere favorita o rallentata
Se state assumendo qualche medicinale, dovreste consultare il vostro medico prima di ricorrere al CBD, anche se gli effetti negativi sono largamente minori rispetto alla sua azione benefica sugli enzimi epatici; ciò porta ad un aumento dei livelli dell’enzima CYP1A1, il quale è in grado di distruggere sostanze cancerogene come il benzopirene.
DISTURBI DEL MOVIMENTO
Una pubblicazione del 2009[3] sulla rivista International Journal of Neuroscience riporta uno studio durante il quale ad alcuni pazienti affetti da disturbi del movimento distonico venne somministrato CBD. I partecipanti furono sottoposti ad un dosaggio giornaliero di questo cannabinoide compreso tra 100 e 600mg per un periodo di 6 settimane, durante il quale continuarono ad assumere anche i loro farmaci regolari.
Ci furono miglioramenti motori in tutti i pazienti ma comparvero anche alcuni effetti collaterali come ipotensione (pressione sanguigna bassa), secchezza delle fauci, rallentamento psicomotorio, vertigini e sedazione. Con dosi giornaliere superiori ai 300mg aumentarono anche l'ipocinesia e i tremori a riposo, quindi si ipotizza che possa peggiorare i sintomi del Parkinson negli umani.
Al contrario, in un altro studio del 2014 pubblicato su Journal of Psychopharmacology si giungeva alla conclusione che il CBD sarebbe in grado di migliorare la qualità di vita in pazienti affetti proprio da Morbo di Parkinson.
SECCHEZZA DELLE FAUCI
La secchezza delle fauci si presenta perché la cannabis diminuisce la secrezione salivare, infatti recettori dei cannabinoidi del sistema endocannabinoide risiedono proprio nelle ghiandole salivari. provocando una inibizione della secrezione salivare e, di conseguenza, bocca secca.
OVERDOSE DA CBD?
I cannabinoidi come il CBD hanno già ampiamente dimostrato di essere atossici, senza nessun caso letale riportato. Il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani ha dichiarato che non esistono prove di tossicità o di effetti collaterali gravi associabili ad un consumo cronico di CBD in soggetti sani.