La giusta misura per una salute di ferro? 6 grammi di sale al giorno
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Secondo l’Oms il sale è un elemento importantissimo della dieta mediterranea. Spesso, come sappiamo, se ne consuma in eccesso, rischiando di provocare problemi di pressione e alle ossa. Segui gli articoli con studi scientifici sull'argomento di Spazio SoloSalute®, il tuo centro benessere in centro a Milano per consulenze Naturopatia, Nutrizione, massaggi, bellezza naturale, prodotti naturali.
Il sale è un elemento fondamentale nella dieta ed è utile a molte funzioni fisiologiche, tuttavia spesso lo si utilizza in maniera scorretta. Quanto ne dovremmo assumere? E quali sono i rischi dovuti al consumo eccessivo?
Sale, minerali e dove trovarli
Il sale da cucina deriva dalla cristallizzazione di Cloro e Sodio (400 mg di sodio e 600 mg di cloro per un grammo di sale), ma il secondo è sicuramente il più importante.
Il sodio è contenuto allo stato naturale nella maggior parte degli alimenti: nell’acqua, nella frutta, nella carne, nel pesce, nelle uova ed in percentuale elevata nei prodotti trasformati, salumi e formaggi in primis, ma anche nei prodotti da forno, nel dado da brodo, nel ketchup e nella salsa di soia.
Quanto sale serve all’organismo?
Il nostro organismo elimina giornalmente fra i 100 e i 600 milligrammi di sodio ed è importante che queste perdite vengano reintegrate. Secondo l’Oms, il consumo di sale è in media 9–12 grammi di sale al giorno, mentre le quantità giuste sono di 5-6 g al giorno che equivalgono a 2,4 g di sodio.
Benefici del sodio
Il minerale più abbondante nel nostro corpo è il sodio: distribuito fra sangue, tessuto osseo, connettivo e cartilagineo. Il sodio regola il passaggio di fluidi e dei nutrienti all’interno e all’esterno delle cellule, è attivo nella trasmissione dell’impulso nervoso insieme al cloruro di potassio e, nell’osso, aiuta a regolare il PH del sangue.
Il sale svolge un’importante azione antibatterica poiché stimola i batteri a rilasciare liquidi all’esterno, causando una morte per disidratazione.
Che differenze ci sono tra i sali presenti in commercio?
Il sale può essere ricavato dall’acqua di mare (sale marino) oppure estratto dalla lenta evaporazione di bacini marini (salgemma), dopodichè il processo di raffinazione elimina la maggior parte degli altri sali presenti e si ottiene il “sale raffinato” contenente solo cloruro di sodio.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ed il Ministero della Salute italiano ne consigliano l’uso a tutta la popolazione, al fine di prevenire o correggere la carenza di iodio. Ha le stesse caratteristiche del sale comune, e può essere utilizzato da chiunque in sostituzione del sale normale, ma con la stessa moderazione.
Il sale iposodico, consigliato per i soggetti ipertesi ha invece caratteristiche differenti dagli altri tipi di sale in quanto ha un minore contenuto di cloruro di sodio ed una maggior quantità di cloruro di potassio.
In commercio esistono diversi sali provenienti da tutto il mondo; il più noto è il sale rosa dell’Himalaya che contiene ferro ed altri oligoelementi che, tuttavia, sono presenti in percentuale insufficiente per avere un qualsiasi effetto sulla salute.
Controindicazioni: cosa provoca un consumo eccessivo di sale?
Un eccesso di sale richiama notevoli quantità di acqua, causando ritenzione idrica e ipertensione arteriosa aumentando il rischio di malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni.
Un elevato consumo di sodio aumenta il rischio di tumori dello stomaco, causa maggiori perdite urinarie di calcio e quindi, a un maggiore rischio di osteoporosi.
Quali sostituti del sale?
Le spezie e le erbe aromatiche possono sostituire il sale, mentre il succo di limone e l’aceto permettono di dimezzarne l’aggiunta. La riduzione del sale può essere fatta con gradualità perchè il nostro palato si adatta facilmente.
Gli obiettivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
Tra gli obiettivi strategici del Piano d’Azione globale 2013-2020 dell’Oms c’è la riduzione del 30% del consumo di sale entro il 2025 per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili (“Global action plan for the prevention and control of NCDs 2013-2020”).
Gli interventi previsti nel Piano comprendono l’attuazione di politiche che coinvolgano i produttori di alimenti e i servizi di ristorazione, facilitino la scelta di cibi a ridotto contenuto di sale, aumentino la consapevolezza del consumatore sulla necessità di ridurre il consumo di sale.